Le icone bizantine e postbizantine delle chiese veneziane

Part of : Θησαυρίσματα ; Vol.9, 1972, pages 250-291

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250-291
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Argomento di questo studio, concepito essenzialmente come catalogo, sono le varie icone sparse nelle chiese veneziane, che, a prescindere da poche ben note e venerate immagini come la Nicopeia a S. Marco e la Mesopanditissa alla Madonna della Salute, erano state stranament e ignorate sia negli studi specialistici che in quelli locali. L’area presa in considerazione è Venezia con il suo estuario e l’immediato retroterra. Si sono catalogate anche le icone conservate, oltre che nelle chiese, nei conventi, confraternite («scuole») ed istituti religiosi, includendo anche quelle esistenti nel piccolo museo di Torcello in quanto di provenienza chiesastica. Gli esemplari complessivamente elencati, quasi tutti inediti, sono 92 di cui 75 nel centro storico (i sei sestieri più la Giudecca), 15 nell’estuario (Chioggia, Torcello, Lido, S. Lazzaro degli Armeni) e 2 nella terraferma (Dolo e Scaltenigo). Il nucleo numericamente più consistente è costituito da 29 icone, in massima parte cretesi e ionie, conservate in un piccolo ambiente della basilica marciana, mentre si nota che le chiese del sestiere di Castello sono le più ricche di icone, probabilmente per la vicinanza della chiesa e della scuola di S. Giorgio dei Greci. Un altro dato che balza evidente è che il maggior numero delle tavole esaminate si trova in chiese secolari dove meglio persistevano le tradizioni cultuali veneziane, risultando invece quasi assenti nelle chiese degli ordini religiosi, se non come doni, spesso per altro recenti, di famiglie nobili. Tra le icone inedite le più notevoli sono un frammento di Odighitria, probabilmente di età paleoioga (Museo di Torcello), una cinquecentesca «Pietà tra S. Gkrranni Evangelista e S. Giuseppe d’Arimatea» firmata da Pietro Kladàs (S. Fosca), un «S. Nicola con 12 storie» degli inizi del ’600 (S. Giovanni in Bragora), un’ Odighitria di Emanuele Zane (convento di Clarisse alla Giudecca) e una gigantesca «Reliquia di S. Spiridione» eseguita nel 1818 dal cefaloniota Eustathio Karusos (S. Biagio). Particolare interesse merita l’ icona dello Zane, eseguita nel 1645 a Retimo per il provveditore generale di quella città Andrea Gornaro, in morte del quale l’iconografo retimiota scrisse anche un poemetto in greco e italiano. Oltre ad un interesse storico e figurativo — per quanto questo spesso di livello puramente artigianale — le icone delle chiese veneziane assumono anche un valore «ambientale» fornite come sono spesso di rivestimenti argentei («camicie») e ricche cornici sei-settecentesche. Comunque una loro puntuale valutazione critica si potrà avere solo quando si estenderanno i restauri scientifici che nei casi effettuati hanno dato risultati lusinghieri.
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Περιέχει εικόνες και σημειώσεις, Πίν. ΙΔ΄-ΚΕ΄